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Smartphone e onde elettromagnetiche. Quali marche ne emettono di più?
Nel 2019 più di tre miliardi le persone posseggono almeno uno smartphone. Considerando che non è raro vedere persone con più dispositivi mobili, specie per lavoro, va da sé che il numero complessivo sarà notevolmente superiore, con buona pace di chi si aspettasse qualche tendenza tanto diversa.
I dispositivi elettronici generano un campo elettromagnetico, e visto l’utilizzo intensivo che se ne fa ogni giorno, qui ad Infodata abbiamo pensato di far un approfondimento sul tema del Tasso di assorbimento specifico, più comunemente noto con l’acronimo di SAR (dall’inglese, Specific Absorption Rate).
Cosa è il Sar? Nel dettaglio, questa misura esprime la percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano a seguito di un’esposizione con un campo magnetico a radiofrequenza (con frequenza portante compresa nell’intervallo 100 KHz e 10 GHz).
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Siccome i valori misurati sono strettamente legati alla geometria e alla conformazione della parte del corpo esposta alle onde, i test vengono eseguiti rispettando le medesime condizioni di utilizzo della sorgente in questione. Nel caso dei telefoni cellulari, i dispositivi vengono collocati accanto all’orecchio che è (o forse era, visto l’uso che se ne fa oggi) il punto tipico per le condizioni reali di utilizzo generico, individuando appunto la testa come parte del corpo coinvolta.
Le regole in Europa. Qualsiasi dispositivo elettronico (non solo gli smartphone non può superare il valore massimo di SAR, ovvero 2 Watt per chilogrammo. In due situazioni differenti: quando è tenuto vicino al corpo (quindi, ad esempio, in tasca) e quando è tenuto vicino all’orecchio per fare una telefonata. Mentre negli Stati Uniti le regole sono diverse
Come funziona la rilevazione. In relazione alla sua unità di misura che mette in rapporto Watt e Kilogrammi (W/Kg), le rilevazioni vengono effettuate su un campione di tessuto piuttosto contenuto (solitamente uno oppure dieci grammi) e poi successivamente scalate sul Kilogrammo in modo da poter decretare quali siano le soglie ammesse secondo le varie normative vigenti nelle diverse parti del mondo.
Con riferimento al limite imposto all’interno della Comunità Europea, settato sui 2 W/Kg (riportato in seguito con 10g, Head indicante i dieci grammi di rilevazione applicata alla testa), partendo da un’elaborazione dati interna del Sole 24 Ore, ci siamo concentrati sui valori relativi agli smartphone commercializzati negli ultimi tre anni.
Nell’infografica che segue, sono riportati i valori del SAR (colorati con un gradiente che spazia dal verde dei valori più bassi al rosso di quelli più alti) abbinati anche al prezzo di lancio sia dei singoli modelli, sia per quanto riguarda i valori medi calcolati a livello di produttore (di cui è anche fornito il numero di modelli commercializzato raffigurato con la dimensione dei cerchi).
E’ possibile interagire con i dati filtrando per anno di messa sul mercato, ma anche facendo un focus sul singolo brand cliccando sui rispettivi valori in modo da restringere l’analisi riportata nella parte sottostante dell’infografica in cui, oltre alla distribuzione dei singoli smartphone, vengono riportate anche le due classifiche dei cinque migliori e peggiori dispositivi in fatto di SAR. I dati sono pubblici, elaborazione del Sole 24 Ore al 10 ottobre. (Mancano i modelli più recenti).
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fonte: Info Data – Il Sole 24 Ore