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Rivoluziona la tua creatività con la gentilezza
di Carla Leveratto.
In una società caratterizzata dall’incertezza, l’industria della creatività può fare molto e ha la responsabilità di rimettere le persone al centro. Il potere universale della gentilezza può sovvertire l’ordine attuale e costruire un paradigma completamente nuovo basato sulla cura delle persone, delle opinioni, dell’unicità e del mondo che ci circonda.
Abbiamo intervistato tre creativi, che sono stati recentemente speaker a IF!Italians Festival, l’appuntamento di cui YouTube è main partner e che ogni anno riunisce esperti italiani e internazionali per una settimana di confronto, approfondimento e networking. Marianna Ghirlanda, Stephan Vogel e Ananya Rao hanno condiviso con noi il loro punto di vista sulla gentilezza, tema del Festival di quest’anno, e sul perché metterla al centro della pubblicità.
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1. Salvare il mondo a partire dalla rivoluzione della gentilezza
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Riflettendo sul significato della gentilezza, mi sono accorta di quanto questa sia un superpotere, un valore universale che ognuno di noi può facilmente mettere in pratica e che trasforma tutto in positivo. Ora come ora rappresenta un modo per vivere meglio i cambiamenti del mondo.
Noi pubblicitari serviamo clienti che fanno comunicazione commerciale e hanno una visibilità vastissima. I brand oggi rappresentano una voce forte e credibile per la comunità.
Se tutti loro veicolassero messaggi gentili, empatici e positivi, potremmo quindi assistere a un impatto davvero profondo sulla società. Potremmo innescare la rivoluzione della gentilezza, provare a salvare il mondo come lo abbiamo conosciuto in passato, tornare a come eravamo prima degli sconvolgimenti della società e dell’ambiente.
Per questo, noi della industry italiana dovremmo prima di tutto abbracciare i valori positivi e, poi, impegnarci a offrire nella nostra comunicazione un codice di comportamento gentile. Non aiuta che le emozioni che veicoliamo siano negative, come la paura o l’insicurezza, perché noi tutti in questo momento abbiamo bisogno di rassicurazioni e ottimismo.
Domandiamoci, quindi, ogni volta che lavoriamo a una proposta creativa se questa sia gentile e sia in grado di comunicare l’urgenza di esserlo.
Un esempio di campagna gentile è “Favolacrime” del brand di fazzoletti Tempo. Attraverso tre favole per bambini, disponibili sul sito del brand, su YouTube e come album da colorare, Tempo si pone contro i pregiudizi di genere. La campagna infatti sensibilizza, con modi gentili e delicati, sulla possibilità che anche i maschi possano piangere e mostrarsi sensibili.
2. Entrare in contatto profondo con le persone grazie alla gentilezza
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Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a un nuovo modello nella pubblicità. Da campagne guidate prettamente dalla USP (Unique Selling Proposition) e dalle vendite, siamo passati alla creazione di connessioni più gentili, emozionali e di lungo termine.
I brand hanno iniziato a interrogarsi su quale fosse la loro vera identità e su come potessero orientare i consumatori e guidare la tensione socio-culturale. In questo senso la gentilezza è il modo in cui le aziende hanno iniziato a fare comunicazione sintonizzandosi sui sentimenti e i valori delle persone.
Creare emozioni è sempre stato l’obiettivo della pubblicità. Adesso, però, bisogna fare uno step in più e lavorare su strategie ben definite. Serve conoscere i propri clienti e i valori che si hanno in comune con loro, per creare connessioni profonde e migliorare la percezione del brand. Le emozioni non devono rappresentare l’input per la creatività, ma sono l’output di una comunicazione di successo.
Cadbury, azienda globale che produce cioccolato e dolciumi, ha realizzato in India la campagna “Not just a Cadbury ad” con l’obiettivo di connettersi con i consumatori in maniera significativa, sulla base dei valori di bontà e generosità condivisi con l’audience.
Grazie all’intelligenza artificiale, Cadbury ha creato una numerosa serie di spot iper-personalizzati in cui l’attore indiano Shah Rukh Khan promuove piccole attività colpite duramente dalla pandemia. Si è trattato di un atto di generosità del brand che ha voluto donare l’immagine di un testimonial d’eccezione a negozianti che mai avrebbero potuto beneficiarne.
3. Fare creatività con gentilezza per costruire un futuro migliore per tutti
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Quando i tempi sono duri, la pubblicità rappresenta un faro che fa intravedere le possibilità del futuro e ricorda costantemente che “anche questo passerà”. Infatti, proprio ora vediamo sempre più creatività utilizzata a fin di bene.
Il passo ulteriore che possiamo fare è creare un legame più personale con il pubblico e abbracciare la gentilezza. Si tratta di quel fattore di fondo che unisce le persone, un dare e avere che ci ricorda che siamo tutti umani.
Impegnarci per conoscere davvero i destinatari delle nostre campagne, attraverso dati e insight, è un atto di gentilezza. Affidarsi a stereotipi non lo è.
Per questo in agenzia dovremmo coinvolgere nei brainstorming persone con ogni tipo di background, fare inclusione e non limitarci a parlarne, eliminare gli stereotipi, proporre soluzioni per risolvere problemi. Così potremo valorizzare la diversità e pensare in modo proattivo a campagne per inventare il futuro e creare cultura.
Il progetto “Contract for Change” del brand di birra americano Michelob ULTRA è un esempio di questa gentilezza. Si tratta di un accordo tra uno dei maggiori acquirenti di cereali al mondo, Anheuser-Busch, e gli agricoltori americani, creato per far crescere l’1% di terreni agricoli biologici in America.
La campagna ha fatto luce su un problema molto reale degli agricoltori, che spesso sono scollegati dalla società e affrontano la maggior parte dei loro problemi da soli o piuttosto isolati, e lo ha risolto con una soluzione semplice, gentile, ma di grande impatto.
Fonte: Think with Google